MISSIONE COMPIUTA – DALL’ITALIA ALL’AUSTRALIA SENZA AEREI
235 GIORNI DI VIAGGIO
CE L’ABBIAMO FATTA!!!
Questo è il nostro percorso
Eccoci qui, nel tepore delle mura di casa, intente a disfare il nostro zaino 235 giorni dopo.
Quali sono le prime sensazioni?
Difficile da dire: le emozioni arrivano tutte insieme e si confondono tra loro in un mix di soddisfazione e amarezza.
Di sicuro da quel bagaglio da disfare non verranno fuori solo vestiti sporchi e souvenir, ma tanti nuovi ricordi ancora intrisi di libertà e stupore, pezzi di mondo da sistemare dentro all’anima e tanti sorrisi di chi sa di aver visto tanto e mai abbastanza.
Forse da un viaggio così, non si torna mai.
Non esiste un punto di partenza a cui tornare, non esiste un traguardo, esiste solo un mondo pronto ad accoglierci ogni giorno e il nostro compito dovrebbe essere quello di conoscerne il più possibile per dare prima di tutto a noi stessi la possibilità di ampliarci.
Di sicuro oggi non siamo più quelle due ragazze che sono partite, piene di paure, aspettative e pregiudizi. E’ un po’ come se qualcuno avesse appoggiato una lente d’ingrandimento sulle nostre personalità, rendendoci molto più semplice la comprensione di chi siamo, di chi potremmo essere.
NON AVERE PAURA DI PARTIRE, DI CAMBIARE VITA
Ripensando a come ci sentivamo prima di partire, ci viene un po’ da sorridere. Tutte le paure che ci frenavano, le perplessità, i timori.
Ora davvero ci chiediamo: ma di che cosa avevamo paura? Cos’è che ci spaventava così tanto? La paura di perdere un treno? Il timore di stare male? La lingua?
No. Niente di tutto questo. La realtà è che le paure non sono altro che la scusa più semplice che possiamo usare per convincere noi stessi di voler rimanere ed evitare l’ignoto. Già, perché restare sembra comunque la scelta più semplice. Preferiamo rimanere fermi, incastrati nelle nostre vite senza chiederci realmente se è ciò che vogliamo. Preferiamo tenerci i problemi che abbiamo già piuttosto che “rischiare” di non averne affatto, preferiamo rimanere nell’infelicità in cui ormai ci siamo adattati piuttosto che rischiare di essere felici per davvero. Cambiare è la parola magica. Il cambiamento è fondamentale e necessario.
Ci hanno detto che era una follia, che dovevamo pensarci bene e capire se ne valeva davvero la pena, lasciare tutto per inseguire un banale sogno.
La società di oggi ci insegna che dobbiamo studiare, trovare un lavoro, mettere su famiglia e quando saremo in pensione potremo goderci la vita.
Perché invece non possiamo cambiare l’ordine delle cose? Invece di passare una vita intera a lavorare, pagare bollette e tasse, farci sempre comandare da chi è più potente.
Perché non possiamo scegliere la nostra vita? Perché dobbiamo avere una vita ordinaria, prestabilita?
Queste sono state alcune delle domande che ci hanno fatto riflettere sul nostro da farsi.
Ognuno ha le proprie idee, i propri obiettivi e le proprie priorità, le nostre erano queste, cambiare vita e non sottostare ad una vita fatta solo di lavoro e bollette da pagare; volevamo qualcosa di diverso, volevamo poterci svegliare la mattina e sentirci libere di poter scegliere del nostro futuro.
Abbiamo cercato di soffocare tutte le nostre paure, perché inseguire la nostra felicità era un’esigenza che superava la paura di ciò che ci aspettava.
E a dire il vero, ora che abbiamo attraversato tutti quei Paesi, incontrato così tante splendide persone, e visitato luoghi pazzeschi, la vera domanda che ci poniamo è: ma di che cosa avevamo paura? Ora che siamo di nuovo a casa, tra le mura amiche e il calore dei nostri familiari non possiamo che essere grate di tutto ciò che abbiamo potuto conoscere, imparare e per tutto ciò che questo viaggio ci ha lasciato dentro.
IL NOSTRO VIAGGIO SENZA AEREI
Siamo partite da Senigallia, la nostra città, un treno ci ha portato fino a Bologna ed un atro fino a Vienna, la nostra prima tappa e poi via fino all’Australia
4 giorni Austria (Vienna) – 3 gg Polonia (Varsavia) – 12 gg Russia – 6 gg Mongolia – 26 gg Cina – 27 gg Vietnam – 10 gg Cambogia – 29 gg Thailandia – 11 gg Malesia – 4 gg Singapore – 50 gg Indonesia – 5 gg Timor Est – 48 gg Australia.
Abbiamo percorso circa 31.380km, attraversato, 3 continenti, 13 paesi.
Preso 19 treni, 15 navi, 26 autobus, 1 aereo da Timor Est all’Australia (non abbiamo trovato un’imbarcazione).
(sotto spieghiamo perché)
Siamo partite con un sogno nel cuore,
abbiamo scritto un diario di viaggio,
dormito nella steppa mongola,
salite in cima alla Muraglia cinese,
incontrato persone straordinarie.
Siamo diventate più forti e sensibili, più responsabili e più folli.
Abbiamo perso oggetti e trovato serenitá,
abbiamo riso, pianto e poi riso di nuovo,
ci siamo arrabbiate,
abbiamo fatto errori e ne abbiamo pagato le conseguenze,
siamo state fortunate e coraggiose,
abbiamo attraversato momenti di sconforto,
ci siamo sentite invincibili.
Abbiamo amato l’animo dei vietnamiti,
odiato le abitudini cinesi,
sofferto il freddo della Siberia e il caldo dell’equatore.
Abbiamo perso 3 kili in Cina, li abbiamo ripresi in Thailandia,
abbiamo scattato migliaia di fotografie,
riempito 2 terabyte di memoria hard disk,
mangiato circa 10 kili di riso, una tarantola e grilli fritti.
Ci siamo sentite smarrite,
ci siamo conosciute a fondo,
abbiamo odiato il traffico,
desiderato un letto e una doccia calda,
amato ogni tramonto,
fatto incontri incredibili.
Abbiamo scalato montagne innevate,
cavalcato cammelli, avvistato draghi,
nuotato con mante e tartarughe,
siamo scese nel cuore di un vulcano attivo.
Abbiamo sentito la mancanza del nostro paese e abbiamo capito di essere nate nella parte più privilegiata del mondo,
trascorso intere giornate su treni, autobus, metro, taxi, traghetti e tuk tuk.
Abbiamo imparato a non dare nulla per scontato,
incontrato la felicità e promesse di non inseguirla mai più ma di impegnarci per riconoscerla nella vita di ogni giorno.
Abbiamo capito che non siamo noi a decidere per il nostro futuro ma possiamo decidere per il nostro presente.
Abbiamo scelto di amare la vita e di provare a farne un capolavoro.
Grazie mondo!
Siamo arrivate fino a Dili la capitale di Timor Est, a soli 800 km dalla nostra meta Australiana, senza prendere nessun aereo!!
Fino a Singapore il viaggio è stato abbastanza facile, gli stati Asiatici fin li sono tutti ben collegati fra loro e gli spostamenti sono ben organizzati.
Da Singapore potevamo prendere un cargo merci che ci avrebbe portato sicuramente in Australia senza prendere l’aereo, ma noi volevamo vedere l’Indonesia e nonostante fossimo già a conoscenza dei problemi d’immigrazione fra i due Paesi volevamo intraprendere un’impresa quasi impossibile, in quanto ad oggi non esistono tratte turistiche fra questi 2 paesi.
Ce l’abbiamo messa tutta, l’Indonesia è stata la meta più difficile, lunghi spostamenti, scomodi e traballanti. La prima nave ci ha portato a Giacarta in 30 ore e l’ultima fino a Kupang in altre lunghissime 24, per non parlare di tutti gli altri traghetti e i viaggi lunghissimi in autubus.
Durante la nostra permanenza in Indonesia ci hanno consigliato di arrivare fino a Timor Est, un’ isola indipendente, perché li potevamo avere più fortuna e trovare un’ imbarcazione privata che ci avrebbe portato in Australia.
Così dopo notti in bianco, trasporti scomodi e sporchi siamo arrivate a Dili, la capitale di Timor Est, un Paese indietro di quasi 50 anni rispetto alla nostra società, ma con una natura incontaminata e persone splendide. Abbiamo cercano in lungo e in largo un’imbarcazione o un cargo merci senza alcun successo, e l’unica cosa che hanno saputo dirci è che siamo arrivate nel periodo sbagliato e che solo in estate si può trovare, con molta fortuna, un’imbarcazione privata che percorra quel tratto di mare. Per noi è stato un duro colpo, anche se ci eravamo già preparate ad una possibile stop forzato e, proprio per questo, una volta che le abbiamo provate tutte fino alla fine, abbiamo potuto considerare la nostra missione compiuta.
Consigliamo a tutti i viaggiatori che vogliono intraprendere questa tratta di arrivare in Indonesia verso giugno così che la stagione sia più favorevole e ci sia una possibilità di trovare un passaggio dall’Indonesia fino all’Australia via mare.
Se tornassimo indietro ripercorreremmo la stessa tratta, felici di non aver preso quel cargo merci a Singapore, perché l’Indonesia è stato il Paese che abbiamo preferito sotto molti aspetti, sicuramente difficile da affrontare senza aerei, ma con posti così meravigliosi che ci hanno permesso di dimenticare in un lampo le ore scomode e le strade infinite.
Siamo felici e soddisfatte di tutto il nostro percorso. Ci sono stati momenti di sconforto, ma ci siamo fatte sempre forza l’un l’altra e abbiamo realizzato un viaggio indimenticabile.
Non sappiamo quando ripartiremo o dove andremo la prossima volta, ma di sicuro ci sarà un prossimo viaggio e quello che vorremmo augurare a tutti coloro che vorrebbero partire, è di farlo, di non rimandare, di non cercare più scusa.
Il viaggio è una scuola e chi non ha bisogno di imparare qualcosa?
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235 giorni dopo, stessa stazione, stessa foto, stesse facce, stesso zaino pieno di tante nuove avventure ed esperienze che porteremo sempre con noi.
Felici di tutto ciò che abbiamo vissuto abbiamo deciso che era tempo di tornare, convinte che ci saranno presto altre avventure, perché da un viaggio così non si torna mai veramente.
Avevamo un sogno e l’abbiamo realizzato…
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